02. La musica e il ballo

Non sono mai andato d’accordo con la musica, né tanto meno con il ballo.

Non so perché, ma ogni volta che, a scuola, dovevo suonare, il cuore mi balzava in gola e allora ho cominciato ad averne paura. E lo stesso mi accadde quella volta che avevo provato a imparare a ballare. Non ho mai insistito con la musica, né con il ballo. Ne ho avuto paura, ho cercato di evitarli, e così facendo non ho fatto altro che aver paura della paura.

Evitare di evitare, questa dovrebbe essere una delle possibili soluzioni ai problemi che la vita ci pone davanti. Perché la vita è costellata di problemi, incomprensioni, lingue diverse che le persone parlano pur dicendo la stessa cosa, pur volendo la stessa cosa.

Non sono mai andato d’accordo con la musica, ma ricordo con piacere i versi di una canzone, un adattamento in italiano di Blowin’in the wind, di Bob Dylan. Me ne ricordo ogni volta che cerco una risposta a qualche domanda che mi frulla per la testa, perché penso che, come diceva quella canzone,

“Risposta non c’è, o forse chi lo sa… caduta nel vento sarà”.

E allora mi impegno a essere lucido, a fare del mio meglio ogni giorno, nonostante tutto e tutti, apprezzando chi è al mio fianco, chi condivide con me i suoi giorni, la sua vita, impegnandosi insieme a me a vivere al meglio, in modo un giorno di poterci guardare indietro e dire:

“Abbiamo fatto del nostro meglio. Siamo stati felici insieme. E quando non ci capivamo, dopo un po’ ci riportavamo al momento presente”.

Perché è il momento presente l’unico che possiamo vivere. Non il passato, perché è già passato. Non il futuro, perché ancora deve accadere. Ma il presente. Insieme. Anche se non ci sono risposte. Anche se ancora oggi non vado d’accordo con la musica. O con il ballo.

All right reserved – (c) Antonio Libertino

01. Scrivere

Scrivere, vedere le parole che si formano davanti te. Metterle per iscritto in modo che escano fuori da te. In modo che quello che c’è dentro di te possa uscire dalla parte più profonda e che, facendolo, tu possa stare meglio. Questo vedo nell’atto di scrivere. Mentre le mie dita toccano i tasti senza guardare, sento il mio essere urlare e dire: come posso continuare a migliorare per me stesso e per gli altri che mi circondano?

Anche questa volta non so quale possa essere la risposta a questa domanda che scaturisce da quella parte di me che sa che siamo qui per imparare qualcosa. Ma cosa c’è da imparare, se non l’imparare a vivere stesso, gioendo di ogni cosa bella che ci viene offerta e affrontando con calma e lucidità quello che la vita con ogni esperienza che ci fa vivere?

Forse la risposta è nelle domande che mi pongo.

Forse si tratta solo di decidere cosa voler fare e farlo, un passetto alla volta. Partendo dalla cosa più semplice che ci possa essere.

Magari un sorriso, perché – come ho letto già tanti anni fa – un sorriso donato agli altri arricchisce chi lo riceve e non impoverisce chi lo dona.

E allora sorridiamo alla vita, perché è giusto così. È giusto svegliarsi e pensare a tutte le cose per cui siamo grati. Perché sono davvero tante le cose per cui essere grati: la salute, gli affetti, il sole che spunta, la vita stessa.

E scriviamole queste cose belle per cui siamo grati e facciamo quel piccolo e semplice passo ora.

All right reserved – (c) Antonio Libertino