A volte quando subiamo un torto, la prima cosa che viene in mente ad alcuni di noi è quella di fargliela pagare, a quegli stronzi che ci hanno fatto del male ferendoci, augurando loro tutto il male di questo mondo. E a seguire tutta una serie di improperi e insulti, accompagnati da odio, cattiveria e forse anche violenza. Così facendo, però, non ci rendiamo conto che, covando odio, ci dimentichiamo che è come se stessimo scavando due tombe, la nostra e quella dei nostri nemici. Persino se ci mettessimo sulla sponda del fiume ad attendere il passaggio dei loro cadaveri, non faremmo altro che nutrire quel risentimento che ci consumerebbe dall’interno, continuando a permettere a chi ci ha fatto del male e a noi stessi di continuare a farcene, e dimenticandoci della cosa più importante, che è vivere, vivere bene. “Vivere bene è la migliore delle vendette, ma poi ti dimentichi della vendetta non fai altro che vivere bene”. Così ha detto una certa Yvonne Dolan. Dopo aver subito un sacco di violenze nella sua vita, si è rimboccata le maniche fino a diventare un’affermata psicoterapeuta, sicura del fatto che, se avesse rivisto le persone che le avevano fatto tanto male, avrebbe semplicemente fatto loro un gesto inequivocabile, con la mano destra che si sarebbe appoggiata all’interno del braccio sinistro, all’altezza del gomito, che a sua volta si sarebbe piegato verso l’alto. Poi avrebbe aggiunto, sorridendo: “La miglior vendetta è vivere felici!”
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