Scrivere, vedere le parole che si formano davanti te. Metterle per iscritto in modo che escano fuori da te. In modo che quello che c’è dentro di te possa uscire dalla parte più profonda e che, facendolo, tu possa stare meglio. Questo vedo nell’atto di scrivere. Mentre le mie dita toccano i tasti senza guardare, sento il mio essere urlare e dire: come posso continuare a migliorare per me stesso e per gli altri che mi circondano?
Anche questa volta non so quale possa essere la risposta a questa domanda che scaturisce da quella parte di me che sa che siamo qui per imparare qualcosa. Ma cosa c’è da imparare, se non l’imparare a vivere stesso, gioendo di ogni cosa bella che ci viene offerta e affrontando con calma e lucidità quello che la vita con ogni esperienza che ci fa vivere?
Forse la risposta è nelle domande che mi pongo.
Forse si tratta solo di decidere cosa voler fare e farlo, un passetto alla volta. Partendo dalla cosa più semplice che ci possa essere.
Magari un sorriso, perché – come ho letto già tanti anni fa – un sorriso donato agli altri arricchisce chi lo riceve e non impoverisce chi lo dona.
E allora sorridiamo alla vita, perché è giusto così. È giusto svegliarsi e pensare a tutte le cose per cui siamo grati. Perché sono davvero tante le cose per cui essere grati: la salute, gli affetti, il sole che spunta, la vita stessa.
E scriviamole queste cose belle per cui siamo grati e facciamo quel piccolo e semplice passo ora.
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