Credo che tutti possano sbagliare un congiuntivo. Anch’io lo faccio, persino più spesso di quanto vorrei. Ho letto articoli sulla morte del congiuntivo e altri dove si può leggere che è ancora vivo e vegeto.
Noto sempre più spesso che al giorno d’oggi “voglio che tu faccia questo per me” diventa quasi sempre “voglio che fai questo per me”. È l’uso che crea la nostra lingua, perciò forse tra qualche anno chi continuerà a dire la prima frase – come me – sarà guardato come un marziano, se già non lo è.
Credo che saper usare il congiuntivo sia bello e utile, nel giusto contesto; così come penso che i film di Fantozzi – sebbene ci abbiano fatto ridere tantissimo – abbiano anche fatto molti danni, facendo credere a molti che sia giusto dire, in un contesto formale (e con l’imperativo di cortesia), “vadi a quel Paese”, invece di “vada a quel Paese”, frase in cui forse solo mio figlio mi chiede ancora ingenuamente quale sia questo fantomatico Paese.
Comincio anche a credere anche che – ma non ne sono ancora tanto sicuro – sia meglio usare l’indicativo, invece che continuare a ostinarsi a usare il congiuntivo, se non se ne conoscono le desinenze.