04. Fiducia

Mio padre diceva: “Se non ti fidi sei fottuto”. Voleva dire che solo se hai fiducia in qualcuno puoi costruire un rapporto solido, che sia commerciale o personale.

Fiducia. Fiducia nel sapere che ci si sveglierà anche domani. Fiducia nel sapere che, il giorno dopo, il sole sorgerà di nuovo. Fiducia nel sapere che, il giorno dopo, quello che hai costruito ci sarà ancora. Fiducia nel prossimo. Fiducia nella persona che ami. Fiducia nelle piccole cose. Fiducia nella sicurezza di sapere che la tua posizione è immutabile nel tempo una volta che hai preso delle decisioni e hai compiuto delle azioni ben precise che ti hanno portato in quell’esatto punto della tua vita.

Forse tutto questo parlare di fiducia è sbagliato. Perché la vita non è statica. Si muove sempre. Verso quello che fai accadere, molto spesso. Verso l’imprevedibile, altrettanto spesso. Fiducia a volte è sinonimo di attaccamento e di aspettativa. Ci attacchiamo alle persone, alle cose, e ci aspettiamo che le persone e le cose agiscano e funzionino in un certo modo. E forse anche questo è tutto sbagliato. A volte crediamo che tutto ci sia dovuto. Lo diamo per scontato. Ma non è così. Niente ci è dovuto. Se crediamo di apprezzare le persone che ci stanno al fianco e quelle persone pensano che non le stai apprezzando per nulla, allora stiamo facendo qualcosa di sbagliato, senza rendercene conto. Ogni nostra piccola azione crea degli effetti. Che siano positivi o negativi, dipende solo dal punto di vista dal quale li guardiamo. Dipende dallo stato d’animo nel quale ci troviamo quando ci pensiamo. Dipende dal momento nel quale ci troviamo. Persino l’evento più terribile che possa accadere, qualunque esso sia, può considerarsi paradossalmente positivo se ci fa crescere e diventare delle persone migliori. Se ci insegna ad affrontare la vita. Se ci insegna a fare quello che siamo destinati a fare. Se ci insegna a comportarci da esseri umani. Se ci insegna anche a prenderci cura di noi stessi prima di tutto. Potrà sembrare egoistico, ma solo se si sta bene con se stessi si può stare bene con gli altri e accettare le imperfezioni che caratterizzano ognuno di noi. Sì, perché nessuno è perfetto. C’è sempre da migliorare, c’è sempre da imparare. C’è sempre da donare. Cosa, se non un po’ di se a chi ci circonda? Senza voler imporre a tutti i costi il proprio modo di pensare. Senza voler cambiare l’altro. Accettandolo. Accettando che ci saranno giornate nelle quali l’altro faticherà a sorridere. Accettando che si possono avere punti di vista diversi. Accettandolo e continuando a lavorare su se stessi. Ogni giorno.

Ecco perché penso che nemmeno la fiducia sia statica. Fidarsi di qualcuno forse è diverso dall’avere fiducia in qualcuno. Perché fidarsi è un verbo. Implica delle azioni. Da una parte e dall’altra. “Mi fido di te” è a volte più importante di “Ti amo”. Perché senza il poter contare l’uno sull’altro, l’amarsi non può esistere, se non nella fantasia di chi ci crede. E allora fidiamoci e lasciamo succedere quello che è giusto che accada, preparandoci ogni giorno, godendoci ogni singolo istante di questo dono meraviglioso che ci è stato donato: la vita!

Chissà se mio padre avesse ragione. Anche quando diceva che una volta perso questo “fidarsi reciproco”, allora dovevi chiudere il rapporto, sia che fosse commerciale, sia che fosse personale.

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