07. Il mare delle informazioni


È come se vivessimo in un mare perennemente agitato. Un mare le cui acque sono fatte di informazioni. Come se quotidianamente una tempesta di notizie ci urtasse con le sue onde altissime e schiumose, capaci di travolgerci e farci affogare. Esperti, reali o improvvisati, seduti sulle loro comode poltrone, che spacciano le loro opinioni come fatti accertati, come se non ci fosse mai un altro lato della medaglia di qualunque cosa. Come se quello che è verità per loro non potesse essere falsità per altri.

Forse la realtà è molto più fluida di quello che possiamo immaginare e ci scontriamo come mosche all’interno di una valigia che viene portata verso una destinazione imprecisata da chi ne sa di più, da chi ha il potere di fare e agire… Mentre noi continuiamo a scontrarci, convinti ora di una cosa ora di un’altra, travolti da onde sempre più alte che continuano a confonderci.

Nemmeno se noi stessi vivessimo in prima persona degli eventi, nemmeno se avessimo gli strumenti per analizzarli, potremmo essere certi che, per il modo e nel momento in cui poi agiamo e raccontiamo, quelli che abbiamo vissuto siano dei fatti oggettivi. Perché chi racconta filtra attraverso i suoi occhi, le sue idee, le sue convinzioni, i suoi studi. E cerca sempre di adattare i fatti ai modelli che ha studiato. Perché se le cose non stessero in quel modo, nel modo in cui ha studiato, allora perché mai avrebbe sprecato così tanto della sua vita a studiare quei modelli? Perché mai?

E il mare si agita ancora, dividendoci, lasciandoci ignoranti o incapaci di vedere il quadro completo della situazione. E ci aggrappiamo ai rottami di una nave che è appena affondata o che sta per affondare. Per salvare la nostra pelle. E non quella degli altri.

All rights reserved – (c) Antonio Libertino

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